Tutto quello che bisogna sapere sulla calvizie
Il lavaggio anche giornaliero dei capelli non favorisce la calvizie e non è assolutamente dannoso, a patto che venga eseguito con prodotti non aggressivi per il cuoio capelluto.
Tagliare capelli non serve a rinforzarli a bloccare la calvizie.
I prodotti cosmetici come gel e lacca non determinano o peggiorano la caduta dei capelli. Anzi, prodotti che rivestono il fusto parentesi come il balsamo chiusa parentesi hanno una funzione protettiva.
Le tinture non determinano calvizie, a patto che i prodotti siano utilizzati in maniera corretta. Stessa cosa vale per la permanente, che se seguita da professionisti esperti non determina alcun danno.
I massaggi e le lozioni che agiscono sulla circolazione del cuoio capelluto non hanno alcuna influenza sulla caduta dei capelli, essendo quest’ultima dovuta all’azione dell’ormone sessuale maschile)
Non vi è alcun nesso fra l’utilizzo di copricapo e calvizie.
Il sole danneggia notevolmente capelli, per cui nella stagione estiva e buona norma proteggersi dai raggi solari con un cappello. Le vitamine e integratori non hanno effetti curativi sulla calvizie a meno che non vi siano stati carenziali. Un eccesso di vitamina può determinare caduta dei capelli. Il minoxidil e la fine asserite sono le uniche molecole di comprovata efficacia nel trattamento della calvizie androgenetica, e vanno assunte sotto controllo medico. Non tutti soggetti che si sottopongono a questo tipo di terapia rispondono però in maniera positiva. La fine stride determina In una certa percentuale di casi di impotenza sessuale, e non va utilizzata nella donna in età fertile perché, in caso di gravidanza, determinerebbe la femminilizzazione del sito maschio.
La finasteride altera la concentrazione plasmatica dei markers specifici per il carcinoma prostatico PSA, per cui in corso di terapia potrebbe essere mascherata la presenza di tumori prostatici. L’autotrapianto dei capelli è l’unica procedura in grado di risolvere la calvizie, non solo androgenetica ma anche cicatriziale, a patto che venga eseguito correttamente. I risultati del moderno autotrapianto sono naturalissimi, ma ciò è in funzione dell’esperienza dell’operatore. L’autotrapianto dei capelli, anche se si tratta di un intervento eseguito in anestesia locale va praticato in ambiente idoneo, cioè provvisto di tutti requisiti di igiene e di apparecchiature in grado di controllare i parametri vitali del paziente. La presenza di un Anestesista e quindi indispensabile. L’autotrapianto dei capelli non è assolutamente doloroso né durante né dopo la procedura chirurgica.
Dopo l’intervento di autotrapianto dei capelli paziente non necessita di alcun bendaggio e la struttura della zona donatrice non è visibile. Dopo due giorni è possibile che ci sia un edema variabile ma fugace della regione frontale. Nel periodo successivo sifonato crosticine sugli innesti trapiantati, che cadranno nell’arco di una decina di giorni. I nuovi capelli cominceranno a crescere dopo circa tre mesi dall’intervento. I capelli cresciuti per i bulbi trapiantati non cadranno più in quanto sprovvisti dei recettori del testosterone.
Non può verificarsi alcun rigetto nell‘autotrapianto di capelli in quanto l’innesto utilizzati appartengono al paziente stesso. Bisogna fare distinzione fra autotrapianto di capelli e impianto di capelli sintetici: l’autotrapianto consiste nella ridistribuzione dei propri bulbi che vengono prelevati da una zona donatrice e trapiantati in una zona calda: essi daranno luogo alla ricrescita di capelli vitali, che potranno essere tagliati, tinti eccetera. I capelli sintetici, invece, sono costituiti da materiali estranei all’organismo vengono infissi nel cuoio capelluto tramite un ago; in questo modo sia una copertura rapida della zona calda ma a distanza di tempo si hanno quasi invariabilmente reazione infiammatoria della zona trattata.
DNA e cellule staminali: ruolo nella calvizie
Continua il lavoro degli scienziati sui meccanismi che determinano la calvizie, nel tentativo di poter disporre in futuro di armi efficaci per contrastarla. Un gruppo di ricercatori, coordinati dall’italo-americana Angela Cristiano, ha infatti pubblicato su importanti riviste scientifiche i risultati delle ricerche da loro effettuate e che riguardano una rara forma di calvizie ereditaria definita “ipotricosi simplex ereditaria”. Tale patologia, nella quale sono state messe in evidenza mutazioni di un gene localizzato nel cromosoma 18, presenta alcune analogie con la calvizie ereditaria. Più recentemente gli stessi ricercatori hanno descritto il ruolo che potrebbero avere le cellule staminali nella “riparazione” dei bulbi capilliferi colpiti dalla calvizie androgenetica.